Parliamo di pubblicità: molte aziende che imbottigliano acqua puntano sugli effetti incredibili di questa sulla depurazione, l’idratazione, il benessere e la bellezza.Bere tanto dovrebbe avere un effetto miracoloso sulla nostra salute. I meccanismi che stanno alla base dell’equilibrio idroelettrolitico del nostro corpo sono molto più complessi e tengono conto di capacità di autoregolazione che dipendono soprattutto da tre fattori principali:
• equilibri ormonali(se venisse completamente meno l’attività secretoria della corteccia surrenale si morirebbe nel giro di un paio di settimane a causa delle modificazioni corporee che riguardano la volemia e le concetrazioni osmotiche dei liquidi intra ed extracellulari)
• alimentazione (consumo di frutta e verdura)
• idratazione,che è regolata dal meccanismo della sete.
Il bisogno di bere si prova nel momento in cui la concentrazione di sodio a livello renale aumenta, e la soglia è abbastanza precisa.Di solito la natura, meravigliosa, fa si che si beva esattamente la quantità necessaria di acqua utile a ristabilire la normalità dei liquidi extracellulari ossia a generare uno stato di sazietà nel soggetto. Poi i processi di disidratazione e concentrazione di sodio ricominciano e si prova nuovamente sete. Solitamente è cosi, le persone bevono quando hanno sete come gli animali. Avete mai visto un cane con una bottiglietta d’acqua nella zampa? Anche lui può contare sulla funzionalità dell’ipotalamo per rimanere correttamente idratato. Allora come fa la gente che non beve mai? “La quantità di acqua ingerita può variare notevolmente da un giorno all'altro. L'ingestione è ampiamente influenzata dalle abitudini, da fattori culturali, dall'accessibilità all’acqua e dalla sete. L'entità del volume di acqua che può essere ingerito è determinato dalla capacità del rene di concentrare e di diluire le urine. Un adulto medio con funzionalità renale normale ha bisogno di 400-500 ml di acqua per eliminare il carico giornaliero di soluti in urine concentrate al massimo. In aggiunta all'acqua ingerita, da 200 a 300 ml/ die di acqua vengono prodotti attraverso il catabolismo tissutale, rendendo perciò piuttosto basso l'apporto minimo di acqua necessario per prevenire l'insufficienza renale (da 200 a 300 ml/die). Tuttavia, per rimpiazzare le perdite totali di acqua e mantenere l'equilibrio idrico è necessario un apporto giornaliero fra i 700 e gli 800 ml. L'ingestione protratta nel tempo di un quantitativo minore di 700-800 ml determina un aumento della osmolarità(concentrazione di una soluzione) e lo stimolo della sete. (Manuale Merck)
Come la disidratazione può dare insufficienza renale e morte per aumento eccessivo della densità sanguigna anche l’iperidaratazone può portare a morte per edema cerebrale da eccessiva diluizione del sodio nel liquido extracellulare(iponatriemia).Si consideri che bere più di cinque litri di acqua nell’arco di poche ore potrebbe portare a morte per iponatriemia. Gardner JW. (maggio 2002). Death by water intoxication: pubmed.
L’eccessiva diluizione del liquido extracellulare conseguente all’eccessiva introduzione di acqua potrebbe paradossalmente portare addirittura ad avere crampi perché non apporterebbe il necessario fabbisogno di sali minerali utili a creare un equilibrio dei liquidi corporei.
L’equilibrio idrico è l’ideale,ne troppa ne poca acqua.
Allora quando e come idratarsi? La cosa migliore sarebbe mangiare frutta e verdura in buona quantità. Vorrebbe dire almeno 4-5 frutti e 500-600 gr di verdura(possibilmente cruda) al giorno(che migliorerebbero anche la regolarità intestinale ) , perchè questi alimenti sono paragonabili ad una soluzione isotonica(classica flebo usata per la reidratazione), difatti contengono spesso miracolosamente il giusto equilibrio tra acqua, glucosio(nel caso della frutta fruttosio) e sali minerali. E bere almeno 1-1,5 litri di acqua al giorno per un uomo medio del peso di 70-80 kg e circa un litro per una donna media del peso di 50-60 kg, ma questo, non può prescindere da un adeguato apporto di frutta e verdura.In questo modo il corpo si troverà in una situazione ideale per svolgere al meglio le sue funzioni fisiologiche(in medio stat virtus).
Tutto questo in soggetti sani, non anoressici, non ustionati o traumatizzati gravi con forti perdite di sangue, senza patologie renali, o gastroenteriti particolarmente aggressive in corso. Il soggetto non deve soffrire di problemi ormonali di un certo tipo(carenza di adh,acth,diabete mellito aumento degli estrogeni nella donna ecc…..). In questi casi i soggetti andranno indirizzati allo specialista.
Nello sportivo va considerato un reintegro idrosalino di circa mezzo litro di acqua ogni ora di esercizio svolto e un frutto succoso appena finito l’allenamento. Dal punto di vista geriatrico il discorso è divertso, in quanto è risaputo che nell’anziano molto spesso lo stimolo della sete è quasi soppresso o comunque molto ridotto.In questo caso sarà opportuno ricordare al soggetto di bere durante il giorno.
Un consiglio a chi crede di risolvere i propri inestetismi prendendo dei diuretici: è frequente che il problema non sia fisico ma psicologico. La ritenzione idrica è ben altra cosa in ambito medico. Fate una buona dieta, del regolare esercizio fisico e arrivate a raggiungere un peso ottimale rispetto ai vostri parametri antropometrici. Accettate il vostro corpo oppure ricorrete al chirurgo estetico ma non invocate la ritenzione idrica in vostra salvezza.
Vorrei concludere ricordando che l’osteopata è un promotore della salute, per questo è importante che sia a conoscenza di argomenti come quello appena descritto senza per questo sovrapporsi alle figure professionali di riferimento in caso di necessità legate a patologie conclamate. Importante è il lavoro di equipe mantenendo i giusti ruoli e conoscendo il nostro campo d’azione che è quello della fisiologia e della parafisiologia nonché quello di aiuto in alcuni casi patologici selezionati, che riguardano soprattutto i problemi muscolo scheletrici,non certo per quanto concerne i casi sopracitati.
Quante volte arrivano pazienti a studio che hanno incontrato osteopati che alla prima visita gli hanno proposto pacchetti di dieci trattamenti. Quante volte alla fine del ciclo hanno risolto ben poco ma il loro portafoglio è stato alleggerito.
Basta, diciamo basta a questo tipo di approccio terapeutico. Il paziente è un individuo unico, con peculiarità irripetibili. Applicare dei protocolli temporali, o, peggio, terapeutici vuol dire uccidere la nostra professionalità. Personalmente io navigo a vista, vedo le reazioni dei pazienti al mio trattamento, solo allora decido come intervenire. Nella maggior parte dei casi bastano tre, quattro sedute, nei casi più difficili cinque ma è mio parere che se non si istruisce il paziente a mantenere e promuovere il proprio stato di salute il nostro lavoro sarà sempre a metà. Saremo solo dei meri esecutori forse più attaccati al denaro che alla sincera voglia di far stare bene le persone che ci consultano. Meglio avere più pazienti che arrivano a studio perchè qualcuno gli ha consigliato il nostro nome per i risultati ottenuti, piuttosto che pochi ma trattati molte, a volte troppe volte. Al mattino, quando mi sveglio e penso al mio lavoro vengo colto da una immensa gioia al pensiero di scovare e dipanare i problemi che affliggono chi arriva da me sofferente. La mia onestà professionale, nonchè intellettuale, spesso mi porta addirittura ad indirizzare coloro che non possono trarre beneficio dal mio intervento verso altre scelte terapeutiche più consone alle loro problematiche.
Ricordate: chi non sembra interessato a comprendere cosa ha causato i vostri dolori e vi parla subito di costi e numero di sedute, frequentemente non vi sarà di aiuto. Con sincera dedizione e interesse, Pietro Bennardo.
fisioterapista (sui generis)
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